Per la competitività dell’Unione Europea le norme su sostenibilità, rendicontazione e obiettivi climatici sono un elemento chiave, quindi è importante migliorare e semplificare l’attuazione, ma senza rinunciare a questi obiettivi primari, da estendere e non limitare. Riassunto al massimo, è l’appello sottoscritto da oltre trecento realtà europee fra aziende, istituzioni finanziarie, investitori, organizzazioni di categoria e culturali: nell’elenco c’è anche Maganetti, insieme ad imprese italiane piccole e grandi, molte delle quali sono società benefit come noi.
La dichiarazione congiunta è rivolta alle istituzioni dell’Unione Europea, dopo che il pacchetto Omnibus ha “congelato” per due anni l’applicazione della Csrd, la normativa sulla rendicontazione di sostenibilità: una marcia indietro, di fatto, rispetto alle decisioni prese sul tema nella scorsa legislatura. Secondo i firmatari della dichiarazione, invece, “le norme in materia di rendicontazione sulla sostenibilità, piani di transizione, obiettivi climatici e due diligence aziendale” sono “una base fondamentale per raggiungere gli obiettivi economici e di sostenibilità dell’Ue”.
Le norme sulla sostenibilità infatti promuovono trasparenza e responsabilità e dunque favoriscono la competitività e la crescita, nonché la creazione di valore a lungo termine, segnala il documento: le aziende che applicano le regole europee sulla sostenibilità hanno maggiori probabilità di essere resilienti, meglio preparate ad affrontare sfide e opportunità legate alla sostenibilità, proseguono i firmatari.
La dichiarazione congiunta elenca quindi una serie di punti tecnici per ottenere una semplificazione delle norme e della loro applicazione “senza compromettere la sostanza delle regole sulla sostenibilità o i loro importanti benefici per le imprese in tutta l’Ue”. Al centro dell’attenzione, i temi a cui estendere le norme, le dimensioni delle aziende a cui si applicano le direttive, l’obbligo di adottare piani di transizione climatica e alcuni elementi legati ai criteri per la due diligence.
Si tratta di questioni complesse a livello tecnico, rimarca un recente editoriale del magazine Vita, ma il punto fondamentale è il richiamo “ad una strada possibile di semplificazione - evidenzia l'articolo - che non penalizzi chi ha già fatto dei percorsi ma aiuti tutti gli altri protagonisti del mercato ad entrarvi. Di nuovo, non perché bisogna essere più buoni. Ma per poter essere distintivi e competitivi agli occhi del mercato e perché no, del mondo”.