Sul biometano arrivano investimenti e provvedimenti legislativi importanti a livello europeo. Perché si possa sfruttare al meglio questo elemento nel percorso verso la decarbonizzazione dei trasporti, però, serviranno politiche attive e certezze di lungo periodo: lo sottolinea l’EBA, l’European Biogas Association, in recenti documenti che contengono molti spunti interessanti e condivisibili.
Come sappiamo il biometano è uno dei “pilastri” che la strategia RePowerEu individua per contrastare la crisi climatica e per ridurre la dipendenza da fonti fossili dell’Unione Europea. L’obiettivo è arrivare a 35 miliardi di metri cubi di produzione entro il 2030: per monitorare il percorso verso questo target, l’EBA ha creato un osservatorio sugli investimenti per il potenziamento della produzione e distribuzione del biometano.
Il primo “controllo” segnala un totale di 18 miliardi di euro di investimenti programmati dai diversi attori di qui al 2030: 4,1 miliardi entro i prossimi due anni e 12,4 negli anni successivi, si legge nel primo EBA Outlook on Biomethane presentato il mese scorso. Francia e Italia sono i Paesi membri che hanno finora programmato gli investimenti maggiori. L’EBA segnala però come sia “cruciale” che l’Unione e gli Stati membri creino “politiche adeguate, condizioni quadro stabili e percorsi a lungo termine per l’uso” del biometano, affinché questi investimenti si concretizzino.
Pochi giorni fa dal Parlamento Europeo è arrivato un passo nella direzione di queste politiche e condizioni, anche se secondo l’EBA sarebbe servito un segnale ancora più netto. Il Parlamento europeo infatti ha approvato l’accordo definitivo sulla direttiva per la realizzazione dell’AFIR, la Alternative Fuel Infrastructure, cioè l’infrastruttura per garantire i rifornimenti di combustibili alternativi a quelli fossili. Il provvedimento riconosce le potenzialità del biometano per sostituire i combustibili per autotrazione da fonti fossili, un passaggio chiave secondo l’EBA che ha accolto con soddisfazione questo passaggio.
Nel caso del biometano non vengono però indicate le distanze massime tra i punti di rifornimento, come accade invece per le colonnine di ricarica dedicate ai motori elettrici: inserire questo requisito avrebbe dato maggior forza ai progetti, secondo l’EBA.
La rete di distribuzione è uno degli elementi cardine per la diffusione dell’uso di LNG nel trasporto su gomma: lo sappiamo per esperienza diretta, tanto che il progetto targato Gruppo Maganetti prevede di ampliare progressivamente il numero dei nostri distributori. Un potenziamento complessivo della rete e provvedimenti per incentivare gli investimenti in questo ambito naturalmente sarebbero un’ottima notizia: speriamo che gli auspici di EBA si traducano in realtà.